Giustino: visita dell’orso a Prantìc

di G. Ciaghi

Che l’orso assalga l’uomo è capitato rarissime volte, preferisce tenersene lontano. Se lo incontra, cambia strada. Come è capitato lunedì sera a Luca Maffei che stava pescando all’imbocco di Val Genova. Luca avverte una presenza alle sue spalle: si gira e vede l’orso che lo guarda. Lo fissa negli occhi e quello si gira e s’addentra nel bosco. Nemmeno il tempo di prendere paura. Gli unici casi di pericolo vero è quando ci si imbatte nell’orsa con i piccoli. La madre è molto protettiva e non tollera intrusi nei giochi dei suoi rampolli. Guido Castelli nel suo trattato sull’orso bruno (1936), un libro prezioso, un classico che illustra la presenza dell’orso bruno in Trentino e le sue catture, ci fa sapere che l’unico pericolo serio corso in Giudicarie da un cacciatore per l’orso avvenne a Montagne nell’agosto del 1920. Alessandro Giovanella “Lamét” aveva catturato alle Valéne, sul monte Amola, un piccolo orso e lo aveva portato nella sua stalla. La madre, seguendo l’usta, venne a riprenderselo in paese. E il cacciatore davanti alla bestia infuriata se la cavò per puro miracolo. In una situazione analoga, tra l’orsa e i suoi piccoli, si è venuto a trovare per caso la mattina di lunedì Andrea Sergio Rodigari, custode forestale del consorzio boschivo Alta Rendena. Si trovava sopra Giustino nei pressi del maso Prantìc, tra Mazàna a Valastón, occupato a individuare una traccia per il passaggio di un pescante con cui trasportare a valle il legname, quando vede tre orsacchiotti dirigersi verso il mùnt (così quassù chiamano i masi di montagna destinati all’alpeggio) di Roberto Masè. Lo chiama al telefono pensando che vi si trovasse dentro per avvertirlo della loro presenza. Il Masè gli risponde dal suo albergo, “Il Crozzón” di Madonna di Campiglio. “Ho vissuto in diretta al telefonino un momento drammatico” ci dice. “Ho sentito un urlo disperato, poi dopo qualche attimo Sergio mi ha detto di essersi venuto a trovare tra i piccoli e l’orsa e che questa si era alzata contro di lui. Spaventatissimo, aiutato a difendersi dal suo cane, un border collies di nome “Pan”, era riuscito a retrocedere pian piano fino all’automobile, distante una decina di metri, e a mettersi al sicuro”. Sull’argomento Sergio Rodigari, cui ci siamo rivolti, non vuole dire niente. E’ un uomo che vuol bene alla natura e non vorrebbe creare problemi o pregiudizi. Nonostante la paura, lui all’orso vuol bene. Roberto Masè invece ci informa che anche stanotte l’orsa si è intrattenuta intorno al suo munt. Ha visitato il pollaio e si è fatta una colazione a base di salmerini (una trentina) che alleva nelle vasche vicino alla casa.