In cordata per ri-portare il tricolore sul Campanil Basso

di Apt CampiglioPinzolo

L’iniziativa è avvenuta nell’ambito del “Mistero dei Monti”,

il festival culturale d’alta quota organizzato

dall’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena,

e nel contesto del tema approfondito oggi da Annibale Salsa:

“100 anni di Guide, 150 anni di Unità d’Italia”

DOLOMITI DI BRENTA – Sono salite, oggi, sul Campanil Basso, la torre più bella e più famosa delle Dolomiti di Brenta. Pura verticalità che nelle fenditure della roccia custodisce la memoria di un antico mare e le epiche vicende dell’alpinismo.

Cinque cordate: quella delle Guide Alpine di Madonna di Campiglio e Pinzolo, in rigorosa divisa d’epoca, e poi quelle dell’Esercito, della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Cinque sinuose linee che hanno raggiunto la vetta per celebrare i 100 anni delle Guide Alpine della “Perla delle Dolomiti”, alle quali è dedicata l’edizione di quest’estate del Mistero dei Monti, il festival culturale organizzato dall’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, ma anche i 150 anni dell’Unità d’Italia. E, ancora, il secolo dall’impresa di Paul Preuss che nel 1911 salì al Basso e ridiscese senza l’aiuto né di corde né di chiodi. In ricordo di tutte le ascensioni lungo quel campanile di dolomia che affascinava ieri e affascina oggi, oltre il tempo. Come non ricordare le arrampicate del “re del Brenta” Bruno Detassis e quelle del “ragno delle Dolomiti” Cesare Maestri che pochi giorni fa, a Madonna di Campiglio, protagonista di uno degli appuntamento del “Mistero dei Monti”, ha definito il Basso “la montagna della mia vita”.

Cinque cordate con una missione un po’ particolare. Quella di issare in vetta il tricolore, portato dalla Guida Alpina Sandro Vidi, presidente del Comitato organizzatore per il Centenario, ricordando un altro episodio, a pochi conosciuto, che sta scritto negli annali dell’alpinismo. L’11 settembre 1912 il trentino Italo Lunelli e il rendenese Rodolfo Polla, maestro di Pinzolo, animati da sentimenti irredentisti, sfidarono pioggia, grandine e neve, per portare in vetta il tricolore e issarlo tra le rocce. La bandiera italiana, su quella cima appartenente all’Impero austro-ungarico, si mosse libera nel vento per otto mesi, fino alla primavera successiva quando, nel mese di giugno 1913, un accademico di Innsbruck accettò l’incarico di salire in cima al Basso e di toglierla. Le cronache riportano, da quel momento, altri episodi di sostituzione di bandiere tra le due parti. Fino al 1914 e allo scoppio della prima guerra mondiale.

Un episodio, questo, che ha sollecitato il tema di oggi del “Mistero dei Monti” – “100 anni di guide. 150 anni di Unità d’Italia. Il ruolo delle Alpi nel tortuoso percorso di unità nazionale, segnali e sentimenti irredentisti a Madonna di Campiglio, Tirolo meridionale ai tempi dell’Unità d’Italia” – approfondito dal professore Annibale Salsa e dall’avvocato, magistrato e già giudice costituzionale Fernanda Contri (presenta il giornalista Alberto Faustini).

E il mistero prosegue. Domani, giovedì 11 agosto, alle 18 presso il Salone Hofer, darà parola allo spirito della montagna l’alpinista Kurt Diemberger, l’unico alpinista vivente ad avere all’attivo due prime ascensioni assolute di cime oltre gli ottomila metri e colui che ha introdotto lo “stile alpino” in Himalaya. Presenterà l’incontro il giornalista Roberto Mantovani, introdurrà Luciano Rocchetti dell’assessorato alla Solidarietà internazionale della Provincia autonoma di Trento.