LA MATRIGNA E I GATTINI – C’ERA UNA VOLTA…. LE FOLE DI NONNA VITTORINA

LA MATRIGNA E I GATTINI – C’ERA UNA VOLTA…. LE FOLE DI NONNA VITTORINA

LA MATRIGNA E I GATTINI

C’era una bambina che si chiamava Margherita, era molto bella, la sua mamma era morta e il papà per darle un’altra madre si era risposato con un’altra donna altrettanto bella ma piuttosto cattiva.

Anche lei aveva una bambina che adorava, ma era bruttina, si chiamava Carolina.

I due pensavano che queste bambine si sarebbero fatte compagnia a vicenda ma invece si odiavano. La matrigna parteggiava per sua figlia e voleva farla diventare bella a tutti i costi.

I vestiti più belli erano per lei, alla figliastra passava i vestiti vecchi e le faceva svolgere le faccende più umili da servetta. Un giorno le fece lavare i panni.

Margherita doveva andare al lavandino che costeggiava il fiumiciattolo, con la carriola, il secchio, i panni sporchi e il sapone. La matrigna le raccomandò di lavarli bene e di non perdere il sapone, di non lasciarlo scivolare nel lavandino, il che era difficile anche per una donna esperta.

Margherita era ubbidiente e volenterosa, voleva farsi dire che era brava per fare contento anche il papà.

Nella fretta di lavare, il sapone le scivolò di mano e andò nel fiumiciattolo.

La Margherita tutta piangente andò dalla matrigna che dalla rabbia la gettò nel fiumiciattolo a cercare il sapone. Lei aggrappandosi a un rametto uscì dall’acqua. Lì vicino c’era un bel prato grande con una casa, si sdraiò sull’erba per riposarsi e asciugarsi, era tutta grondante.

Timorosa e stanca andò a bussare al portone, le aprì un gattino che stava scopando le scale, gli chiese gentilmente se avesse trovato il suo sapone. “Mi spiace – disse il gattino – ma io non sono passato dal ruscello, chiedi ai gattini del secondo piano.”.

Lei andò e bussò di nuovo, le aprì la porta un altro gattino che stava facendo gli gnocchi con un grembiulino bianco, lei gli fece i complimenti e gli chiese se avesse trovato il suo sapone ma anche lui disse di no, “non mi sono mosso di casa!”. La mandò al piano superiore. Proseguì sulla scala e bussò alla porta, comparvero due gattini stavano facendo i letti, tutti contenti saltavano e scorrazzavano per la stanza. Lei era triste e pensava al suo sapone e alla matrigna, chissà che castigo stava escogitando!  Anche questi gattini alla sua domanda risposero che non avevano trovato il sapone e la accompagnarono all’ultimo piano. Bussarono, la porta si aprì e comparve una grossa gatta con gli occhiali, stava leggendo il giornale, la bambina rimase sorpresa e le disse: “Che brava, sei alla moda e ti tieni aggiornata!”. Le chiese se avesse trovato il suo sapone che le era scivolato mentre stava lavando al lavandino e lo doveva trovare altrimenti la sua matrigna l’avrebbe castigata. La gatta si girò, andò in angolo e suonò una campanella, tirando una corda, in un attimo tutti i gatti arrivarono, si misero seduti mentre lei dalla sua poltrona chiedeva se la bambina fosse stata gentile con loro, tutti in coro fecero i complimenti alla bambina per la sua cortesia e tutti insieme fecero un pranzetto.

Poi la gatta si tolse gli occhiali e andò nella stanza accanto che era il suo magazzino, prese una carozzella la riempì di vestiti nuovi, con le scarpette in tinta e una cassa di sapone.

Comandò a tutti i suoi gatti che la scortassero fino a casa dalla sua mamma.

Quando arrivarono la matrigna la stava aspettando con il sapone, rimase sorpresa nel vedere tutti quei gatti e tutta quella grazia di Dio. La bambina era emozionata e anche impaurita non sapeva cosa poteva succedere. Salutandoli ringraziò tutti i gattini e soprattutto la loro mamma gatta.

La matrigna, appena partiti, ispezionò quello che c’era nella carrozzella e pensava di mettere quei bei vestiti alla sua bambina. Con cattiveria portò la Margherita in castigo nella cantina per alcuni giorni.

Intanto progettava di mandare anche la sua Carolina a cercare il sapone che lo gettasse nell’acqua appositamente. Questo successe alcuni giorni dopo. La sua carolina fece tutto il percorso che aveva fatto la Margherita ma sfacciatamente, deridendo i gatti, arrivando all’ultimo piano dalla gattona e chiedendo sgarbatamente se avesse trovato il suo sapone.

La gattona con uno sbuffo suonò la campanella, i gatti arrivarono  velocemente, lei comandò di graffiarla per bene e di accompagnarla a casa a mani vuote. La mamma la stava aspettando tutta ansiosa, la vide arrivare di corsa tutta piangente con i vestiti strappati e piena di sangue per i graffioni che aveva ricevuto dai gatti che la rincorrevano. L’accolse a braccia aperte per consolarla e curarle le ferite sanguinanti.

Ci vollero dei giorni perchè Carolina guarisse dalle cicatrici dei graffi, nel frattempo era piena di capricci e di dolori, voleva le fragole. Di queste brutte avventure dava la colpa alla Margherita e la matrigna pensò di mandarla nel bosco a cercare le fragole, c’era la neve era impossibile, ma voleva soddisfare le voglie della sua Carolina. Povera Margherita dovette obbedire, prese il suo cestino e si avviò.

Doveva attraversare il ponte e nel mezzo incontrò un vecchietto che le chiese dove andava, lei le raccontò tutti i suoi dispiaceri. “Non piangere bambina, guardami in testa mi sento un prurito.”. Lei guardò, ma non vide nulla, la testa era bella pulita, gli disse di stare tranquillo, lo salutò perchè doveva andare a cercare le fragole. Il vecchietto le disse: “Quando sei in fondo al ponte sentirai un uccellino che canta, girati indietro!”. La Margherita proseguì e quando sentì l’uccellino cantare si voltò e d’improvviso, le arrivò qualcosa in fronte, lei si passò una mano e proseguì. Dall’altra sponda del fiume c’era una casetta, bussò ed entrò, una vecchietta le venne incontro chiedendole cosa desiderasse. La Margherita le chiese dove poteva andare per trovare delle fragole per la sorella che era ammalata. La vecchietta le diede una scopa e le disse di spostarsi davanti alla casetta dove batteva il sole e di spazzare con bella maniera.

Lei obbedì e man mano che scopava uscivano dalla neve delle belle fragole rosse e mature, in un attimo riempì il cestino, era tutta contenta. Per lei era un miracolo in quella stagione, non sapeva più come ringraziare quella nonna. Sarà stata una fata.

Tornò a casa, la matrigna era rimasta senza parole al vedere tutte quelle fragole, in più la Margherita aveva una stella in fronte tutta lucente. Si fece raccontare quello che era accaduto sul ponte. La matrigna era gelosa di quella bella stella che aveva in fronte, la portò in cantina e con una spazzola e lisciva sfregava per cancellare la stella ma con più forza che usava, la stella luccicava sempre di più.

Pensò di coprire la fronte con una fascia per farle scomparire la bellezza. Intanto che la Carolina mangiava le fragole la matrigna pensava di mandare anche la sua bambina a fare la stessa esperienza e così fece. Carolina era maleducata e trattò male il vecchietto dicendogli che aveva i pidocchi in testa.

Il vecchietto le consigliò di voltarsi quando l’uccellino avrebbe cantato, ma a lei sulla fronte cadde una bella cacca di uccello. Andò dalla vecchietta (fata) che le diede la scopa per spazzare la neve, ma per lei, che era stata cattiva, dalla terra spuntavano dei serpentelli che andavano nel cestino  da cui non era più capace di toglierli. Arrivò a casa disperata e la mamma ancor di più a togliere la cacca, che si ingrandiva sulla fronte intanto che sfregava.

In quel tempo il principe cercava una bella ragazza per farla sua sposa e passava proprio nella contrada dove abitavano Margherita e Carolina, era informato che erano tra le più belle della città. La matrigna portò Margherita in cantina sotto chiave e preparò la sua Carolina col più bel vestito che aveva, nascondendole la fronte con un bel foulard di seta. La presentò poi al principe che la accompagnò in carrozza alla reggia, entrambi felici e contenti. Quando si spogliò e mostrò il suo bel tatuaggio sulla fronte il principe rimase deluso e spaventato. Con i suoi servi e il suo cavallo bianco riportò la cara Carolina alla matrigna e fece scarcerare la bella Margherita con la sua lucente stella sulla fronte. Si portò via tutto felice la sua bella Margherita sul cavallo bianco scortato dai suoi servi e dopo pochi giorni fecero un grande matrimonio invitando tutta la città tralasciando la cattiva matrigna e la sua Carolina.

Vittorina Maturi
Vittorina Maturi

Vittorina Maturi nata a Pinzolo il 26 Maggio 1932, giorno del Corpus Domini. Pioniera del commercio di Pinzolo, infatti, aprì il suo negozio “Mamme e bimbi”, in via Marconi il 14 Aprile del 1962 che oggi viene portato avanti dalla figlia Aldina. Mamma di 5 figli, nonna di 9 nipoti e bisnonna di 9 pronipoti, alla veneranda età di 88 anni ha voluto rivivere con noi racconti che altrimenti verrebbero perduti nel tempo.