Pinzolo: esequie Fabrizio Collini

di G. Ciaghi

Finalmente ha trovato la pace, a casa sua, a Pinzolo, nella cappella di famiglia, fra la sua gente. Che lo ha accompagnato, partecipe e commossa, nel suo ultimo viaggio terreno dalla chiesa di San Vigilio alla sepoltura. Fabrizio aveva trascorso quassù gli anni forse più felici della sua vita, la fanciullezza, e a dargli l’addio, accanto ai famigliari, a mamma Agnese, alla moglie, alle sorelle ed ai parenti, abbiamo visto tanti suoi amici d’un tempo: giù in fondo alla chiesa, timorosi di disturbare, alle spalle di tanti collaboratori della sua impresa, uomini e donne, vecchi dipendenti che gli erano affezionati, con gli occhi lucidi. Erano riusciti a sapere del rito, voluto dalla famiglia in forma strettamente privata, per vie traverse, ed hanno fatto di tutto per non mancare. La cerimonia si è tenuta nel pomeriggio di ieri sera a partire dalle due e un quarto nell’antica chiesa di san Vigilio: il feretro sistemato al centro della navata di mezzo davanti all’abside, tra gli affreschi dei Baschenis, le persone ai suoi fianchi nei banchi, e tante in piedi, assiepate in fondo al tempio. Don Benito, il parroco di Pinzolo, ha celebrato la messa in un’atmosfera di particolare intensità emotiva, traendo dal vangelo parole di conforto e di speranza. Quindi la benedizione e la traslazione della bara nel vicino camposanto, portata a mano dai suoi intimi attraverso la porta principale della chiesa, accompagnata dai rintocchi mesti della campana. Era da più di trent’anni che questa porta non veniva aperta per un funerale, da quando iniziarono i lavori di restauro dell’edificio. Ed in molti sono riandati con la memoria e con nostalgia alle tradizioni di un tempo. “E’ mio figlio, il mio figlio, il mio figlio…” non si dava pace mamma Agnese, mentre calavano Fabrizio nella fossa, dove riposerà accanto al suo papà Fausto.[/A_CAPO]