Acquedotto di Cornisello: arsenico si, utili no

di Michele Cereghini

Il quotidiano l’Adige del 27 novembre riporta le amare considerazioni del Sindaco di Carisolo circa i deludenti risultati di un progetto attivato durante la scorsa consiliatura (2005-2010) dalle amministrazioni comunali di Carisolo (40%), Pinzolo (40%) e Giustino (20%).

Lungimiranti amministratori hanno ben pensato di risolvere i problemi di approvvigionamento idrico dei tre comuni attingendo acque da una sorgente a Cornisello.

Ora, anche chi è stato una volta sola in Val Nambrone, non può non ricordare la morfologia di quella zona, fatta solo di enormi lastroni di tonalite a perdita d’occhio.

E c’è un altro piccolo particolare: le acque di questa sorgente sono inquinate dall’arsenico.

Questi due motivi, il secondo soprattutto per chi dovrebbe avere a cuore la salute dei cittadini, sarebbero stati più che sufficienti a far abbandonare l’idea a qualsiasi amministratore dotato del ben dell’intelletto.

Ma il buon senso, in certi ambienti, è merce rara. Costi quel che costi, l’acquedotto si deve fare. E si fa presto a giustificare il colossale investimento necessario per realizzare l’opera: con un brillante piano industriale si dimostra, conti alla mano, che se verrà realizzata una centralina subito a monte delle vasche dell’acquedotto, in poco tempo l’investimento sarà interamente ripagato e negli anni successivi si guadagneranno soldi a palate. E l’arsenico non è un problema: con un impianto adeguato si riporteranno i valori all’interno dei limiti di potabilità.

Il guaio è che i conti sono stati fatti, ancora una volta, senza l’oste. Il Gestore Servizi Energetici, eliminando con un tratto di penna l’incentivo che rendeva particolarmente redditizia l’iniziativa, ha di fatto azzerato i lauti guadagni che trasudavano dal piano industriale. Sarà un’impresa uscirne senza perdite.

Il Sindaco Povinelli nell’intervista parla di ricavi annuali “teorici” di 700.000 euro e di ricavi reali previsti per il 2015 a quota 150-180.000 euro. Una bella differenza. Ed essendoci anche costi da coprire, l’utile da ripartire tra i tre Comuni sarà ben poca cosa rispetto alle mirabolanti cifre promesse.

Due cose sono chiare a questo punto. La prima è che l’investimento non si ripagherà mai più. La seconda è che berremo acqua di qualità sicuramente inferiore a quella che usciva dai nostri rubinetti fino a pochi anni fa.

Senz’altro un bel risultato a fronte di una spesa di oltre 5 milioni di Euro!

E non vanno sottaciuti nemmeno i cosiddetti effetti collaterali: la valle è rimasta chiusa al flusso turistico per due estati consecutive con gli inevitabili danni agli operatori economici che campano sul passaggio.

Chissà se anche il nostro Primo Cittadino, dott. William Bonomi, è incorso in simili incerti con la sua centralina al Cinglo e se il SUO impianto, guarda caso costato molto meno e già in esercizio da un paio d’anni, gli ha creato i grattacapi che si trovano ad avere le tre amministrazioni coinvolte nell’operazione Cornisello.

Chissà perché Bonomi non è capace di dimostrare anche nelle cose pubbliche altrettanta avvedutezza di quella che usa nelle sue scelte personali.

Non è che si sta ripetendo, qui a Pinzolo, lo strano caso del dottor Jekyll e di Mr. Hyde?