L”™orso si è risvegliato: ecco come comportarsi

di Elena B. Beltrami

Il Parco Naturale Adamello Brenta e il Servizio Faunistico della Provincia
continuano a monitorare gli avvistamenti e le reazioni del plantigrado

L’orso si è risvegliato: ecco come comportarsi

di Elena Baiguera Beltrami

VAL RENDENA – La primavera si avvicina a grandi passi e gli orsi, che in Val Rendena sono qualche decina, si stanno svegliando dal letargo invernale. Torna dunque di strettissima attualità l’informazione nei confronti dei cittadini su tutto ciò che c’è da sapere sui comportamenti del plantigrado da parte degli enti preposti alla tutela e al monitoraggio della popolazione ursina, quali Parco Naturale Adamello Brenta e Servizio Faunistico Provinciale. Se infatti le precauzioni, dopo centinaia di serate informative sull’orso in tutto il territorio provinciale, le abbiamo imparate a memoria, ciò che è meno nota è una ricognizione scientifico/statistica sugli atteggiamenti più frequenti dell’animale in presenza dell’uomo. A tal proposito il Pnab ripropone la collaborazione con chiunque abbia avvistato l’orso, un’indagine ebbe una sua prima sperimentazione tra al 2007 e il 2009 e che diede origine ad un corposo rapporto, utilissimo per tracciare un quadro reale, sfatando credenze popolari e dicerie, sulla modalità degli incontri e sui comportamenti abituali dell’animale. Con i questionari del progetto #hovistolorso, riparte dunque lo studio che forse ha dato più elementi al turista, all’uomo della montagna, ma anche agli studiosi, per asseverare o smentire teorie etologiche in caso di avvistamenti. Andrea Mustoni coordinatore del comparto ricerca scientifica ed educazione ambientale del Parco, fornisce i dati dello studio dal titolo “Dal Rapporto con l’uomo alle strategie di svernamento, le ultime ricerche del Parco Naturale per l’orso” (426 pagine) concluso nel 2009, dove tutti gli incontri vengono descritti e commentati. In estrema sintesi, emerge come su un campione di 256 incontri, in 89 casi l’orso si è allontanato lentamente (35%), in 92 casi (36%) è rimasto sul posto, 63 volte è fuggito rapidamente (25%), in 11 situazioni si è avvicinato ed in un solo caso ha simulato un attacco. Come era nelle aspettative degli studiosi, la reazione prevalente dell’orso, pari al 60% (somma di “si è allontanato con calma” 35% e“è fuggito rapidamente” 25), è quella di allontanarsi dall’avvistatore. In un terzo degli incontri 92 casi, pari al 36% del campione l’orso rimane però sul posto, atteggiamento che potrebbe essere legato alla percezione di non pericolosità della situazione, alla necessità di difendere una risorsa (cibo, cuccioli) o semplicemente all’essere stato sorpreso. Una analisi di maggiore dettaglio dei dati indica che le orse con piccoli mostrano questo comportamento in modo percentualmente maggiore rispetto agli orsi senza piccoli: dunque i cuccioli potrebbero essere la causa del mancato allontanamento. Egualmente dall’analisi delle distanze di osservazione, appare come il restare sul posto sia rilevabile prevalentemente (78% dei casi) per orsi incontrati a distanze ridotte: meno di 50 metri, confermando l’ipotesi che questo comportamento avvenga quando l’orso non si è accorto dell’uomo. Con il proseguimento del progetto sarà interessante capire se, a distanza di 8 anni, i dati del 2009 verranno confermati. Chiunque abbia avuto incontri più o meno ravvicinati e voglia raccontare come è andata, collaborando così alle indagini scientifiche del Parco, può scrivere a [email protected] e sarà contattato, per le modalità di consegna del questionario.