Carisolo: un fulmine sulla Cima Lancia

di G. Ciaghi

La neve, che nei giorni scorsi ha ammantato la vetta di cima Lancia, consente di distinguere bene un pezzo di legno conficcato per terra ai piedi della grande croce sistemata nella piccola sella tra le due punte con cui culmina la montagna alle spalle di Carisolo. Si tratta del vertice del manufatto, senz’altro tranciato da un fulmine durante un recente temporale, che poi s’è scaricato a terra scheggiando l’intero palo portante. Alta una decina di metri, la croce con le sue ampie braccia nude, si staglia contro l’azzurro del cielo, incorniciata dalla forcella delle cime, proprio alla chiusa settentrionale dell’alta valle e si può ammirare da gran parte della Rendena. La comunità di Carisolo ogni anno, a maggio, vi sale “in pellegrinaggio,alpini e non, grandi e piccoli, uniti in fraternità e allegria, a sentire la messa celebrata lassù dal parroco in omaggio ai Caduti della seconda guerra mondiale e a ricordo di quanti ve l’hanno portata” (da “Campane di Rendena”). E’ un appuntamento molto sentito, una tradizione ormai. Che ebbe inizio nella primavera del 1945, quando un gruppo di giovani di Carisolo, in una giornata piovosa di maggio (era il 28) salirono in vetta alla loro montagna e vi posarono una croce. Volevano ringraziare il Signore per essere usciti salvi dalla guerra appena conclusa, scongiurandoLo insieme perché facesse in modo che non ne dovessero accadere altre. Qualcuno di costoro in paese vive ancora, e ricorda con commozione quell’evento. Il primo manufatto, molto più piccolo dell’attuale, resistette alle intemperie lassù in vetta per cinquant’anni. Nel 1995 venne sostituito con un “epico” trasporto fin sulla cima dei pezzi della nuova struttura – di notevoli dimensioni – da parte degli alpini e delle associazioni di volontariato del paese. I danni arrecategli dal fulmine necessitano di un nuovo intervento, da farsi ormai una volta passato l’inverno.

La croce di Cima Lancia colpita dal fulmine