8.000 visitatori alla 32^ edizione di ‘Vecchia Rendena’

di Vecchia Rendena

8.000 visitatori alla 32^ edizione di

 “Vecchia Rendena… come eravamo
quattro passi fra vecchi mestieri e usanze”

Un successo.
Difficile definire altrimenti la 32esima edizione della manifestazione “Vecchia Rendena… come eravamo… quattro passi fra vecchi mestieri e usanze” che questo pomeriggio, mercoledì 15 agosto, complice una bella e calda giornata di sole, ha portato nel piccolo borgo di Bocenago, in Val Rendena, circa 8 mila visitatori.
Un evento che, dalle 15:00 alle 19:00 ha riportato il paese agli inizi del Novecento. Nessuna insegna luminosa, niente macchine e nessun cartello stradale. A scandire la giornata solo il rumore degli attrezzi, il vociare dei passanti e il brusio delle genti di montagna al lavoro. Una giornata di festa in occasione della Sagra paesana allietata dal canto delle lavandaie, il suono della “racola” e le note della banda.

Soddisfazione dunque da parte dei promotori dell’evento «dopo 32 anni – sottolinea il sindaco, Walter Ferrazza – arrivare a questi numeri e sapere di riuscire ad attirare ancora così tanta gente è sicuramente un record».
Arrotini, lavandaie, carbonai e ancora casari, cacciatori e portatrici d’assi tra le vie e i vòlt del paese per valorizzare la cultura agro-silvo-pastorale alpina. «Un successo – sottolinea il primo cittadino, Walter Ferrazza – anche quest’anno il tempo ci ha graziato e, programmando un evento all’esterno questo è fondamentale».
Un vero e proprio “tuffo” nel passato – organizzato dal Comitato Vecchia Rendena, dalla Pro Loco Bocenago e dal Comune – che ha visto la presenza di circa 200 figuranti impegnati in una sessantina di “vecchi” mestieri.
A ritmare le ore anche gli spari – a salve – dal fortino austriaco «visto – aggiunge Ferrazza – che eravamo una regione “particolare” anche nella prima Guerra Mondiale abbiamo voluto rappresentare sia i soldati austriaci che quelli italiani».
La formula ormai è consolidata e la macchina ben oliata «sono oltre 300 i volontari che – prosegue il sindaco – permettono la realizzazione di questa grande manifestazione ed un grazie va in primis a loro, oltre che ai volontari dei Corpi dei Vigili del Fuoco di Strembo, Spiazzo Rendena e Caderzone Terme che ci supportano».
A tutti gli effetti una “Festa dell’etnografia trentina” di cui, commenta Ferrazza «non possiamo che essere orgogliosi perché siamo convinti che conoscere e rispettare il passato sia fondamentale per poter crescere e credere nel futuro».
Non solo però una rievocazione di antichi mestieri, la volontà è infatti quella di dare la possibilità al visitatore di vivere una singolare esperienza multisensoriale. Dal profumo di fieno e legno all’aroma di caffè. Immancabile e sempre molto apprezzata la degustazione di piatti e prodotti tipici: lunghe le code per assaggiare la polenta, la strinadina, il patugol, la Spressa e i canedarli.
«Veniamo quasi tutti gli anni – sottolineano all’unisono turisti e residenti – ma è sempre un piacere partecipare a questo evento».
A scandire il pomeriggio un ricco ventaglio di appuntamenti tra cui la sfilata della Banda comunale di Caderzone Terme, i balli con il Gruppo asburgico la manovra dei Vigili del Fuoco con una vecchia pompa a mano e i secchi in tela e il Concerto di campane.