Ecco il progetto del nuovo rifugio Graffer al Grostè

Ecco il progetto del nuovo rifugio Graffer al Grostè

Lunedì 6 maggio, presso lo Spazio alpino, è stato presentato il progetto vincitore per la ristrutturazione del rifugio Graffer al Grostè. 

Progetto e vincitori sono stati presentati assieme agli Ordini professionali degli Architetti e degli Ingegneri. Presenti alla conferenza stampa la presidente di SAT, Anna FacchiniAlberto Cristofolini l’Ordine degli architetti, Gilberto Gozzer per l’Ordine degli Ingegneri; Luca Beltrami coordinatore del concorso; il gestore del rifugio Graffer, Roberto Manni e naturalmente lo studio Campomarzio, vincitore del bando.

A partecipare al bando sono stati ben 93 elaboratiNelle motivazioni la commissione giudicatrice – costituita dal presidente arch. Carlo Calderan e dai Commissari ing. Emiliano Leoni e arch. Alessio Trentini – ha evidenziato che “il tema progettuale è stato sviluppato secondo diverse strategie compositive. Alcune hanno collocato il volume dell’ampliamento sul lato nord-est, con sviluppo parallelo all’asse longitudinale dell’edificio, altre sul lato sud-est, mediante addizioni sulla testa dell’edificio, altre ancora sul lato sud-ovest con corpi di mediazione tra la quota del terreno e l’attuale ingresso del rifugio. Altre opzioni hanno adottato un approccio ‘avvolgente’ su tutti e tre i fronti. In generale, solo pochi progetti hanno affrontato in maniera coerente il tema del rapporto tra l’edificio esistente e la topografia degli spazi pertinenziali esterni, tentando di raccordare la quota del piano rialzato con il terreno circostante con soluzioni che talvolta si sono rivelate poco pertinenti rispetto al contesto di intervento e ai limiti di fattibilità economica dell’intervento”.

A vincere è stato il progetto presentato dallo studio Campomarzio di Trento, gruppo di progettazione composto dal legale rappresentate Michele Andreatta, dall’architetta Beatrice Pedrotti e dallo studio Moser Associati. “Il progetto di ristrutturazione del Graffer – ha spiegato Andreatta – lo abbiamo concepito come un ampliamento in grado di armonizzarsi con l’edificio esistente. Verrà riqualificata la sala, cercando di rievocare l’atmosfera e la storia del rifugio, recuperando nei materiali e nelle forme quello che era l’edificio originale realizzato nel ‘47 e poi demolito alla fine degli anni 80. Verrà riqualificato, per renderlo più funzionale, anche l’accesso all’edificio”.