Lettera aperta a Don Benito: non ti curar di loro!

di SergioManuel Binelli

Lettera aperta a Don Benito: non ti curar di loro!

Carissimo Don Benito,

dalla cronaca locale sono venuto a conoscenza che è stata riaccesa la famigerata polemica in merito all’apertura al pubblico del parcheggio della parrocchia di Pinzolo, per risolvere la catastrofica “emergenza parcheggi” nel nostro Comune.

Sono consapevole che Lei (torno a darle del Lei per la grande stima che nutro nei Suoi confronti) non ama le polemiche e che giustamente questa è da ritenersi la battaglia del niente, ma neanche questa volta potevo esimermi dall’esprimere il mio sconcerto più totale, visti anche i toni che sono stati usati verso la Sua persona.

Ma partiamo dal principio: da quello che mi risulta, il parcheggio della canonica di Pinzolo è di proprietà della parrocchia arcipretale di Pinzolo e Lei non è assolutamente tenuto ad aprirlo al pubblico o a venderlo. Detto in altri termini, Lei in quest’ambito è liberissimo di agire, rispettando le normative in vigore, come meglio crede perché solo nei regimi comunisti il concetto di proprietà privata viene svilito nel suo significato più profondo, mentre in Italia, per fortuna, le cose non stanno così.

Inoltre non mi sembra che le autorità comunali abbiano come principale preoccupazione il parcheggio della canonica: mi voglia pure smentire il sindaco di Pinzolo, che è persona intelligente e onesta, ma credo che il Comune di Pinzolo abbia ben altro di cui occuparsi. Se il problema è appunto la mancanza di parcheggi, vorrei ricordare che non ne siamo assolutamente sprovvisti e che a molte persone, come il sottoscritto, piace fare una passeggiata di tanto in tanto.

Detto questo, carissimo Don Benito, Le chiedo di non cedere neanche di un millimetro: questa polemica non è stata innescata per la mancanza di parcheggi (se il signore che Le ha scritto ci tiene così tanto a questa battaglia, conceda i parcheggi di casa sua), ma soltanto perché Lei riveste il ruolo di parroco di Pinzolo: se Lei fosse stato un Imam o un Rabbino non penso che saremmo qui a discutere. Come ho già scritto tempo fa, torno a ridire che in Italia non solo siamo forniti di liberali ipocriti e di laicisti a gettone, ma è anche in atto un fenomeno di cristianofobia vergognoso e inquietante che nel peggiore dei casi porterà noi cattolici a pregare di nascosto in qualche sudicia cantina.

E Le dirò di più: sono anche disposto a regalarLe dei segnali di divieto per sostenerLa fino in fondo e anche per provocazione, così vedremo chiamati a raccolta ancora una volta tutti i compagni e i cattocompagni in zona (e anche qualche giornalista che se cambiasse mestiere farebbe una cortesia all’intera umanità) che tempo fa mi hanno calunniato, definito “saputello” e che, senza conoscermi, hanno affermato che il mio unico scopo è avere visibilità, proprio io che nella mia vita ho perso soldi e tempo in battaglie come queste, senza guadagnarci nulla e qualche volta rifiutando anche delle cariche; d’altronde, quando si è privi di argomentazioni non restano che gli insulti e gli sproloqui.

Non si meravigli poi di quest’omertà che è ormai dilagante: noi, per quanto autonomi, facciamo parte di uno Stato chiamato Italia, dove accettiamo che tolgano i crocifissi dalle nostre scuole per non offendere altre religioni, dove anni fa abbiamo abbassato la testa di fronte alle legalizzazione dell’aborto, dove battagliare per difendere la famiglia naturale sta per diventare un reato, dove abbiamo lasciato che l’ideologia gender dilagasse indisturbata e dove rimaniamo continuamente in silenzio di fronte alla persecuzione dei cristiani nel mondo (150 milioni secondo gli ultimi dati).

Concludendo, ne approfitto per ringraziarLa per quello che ha fatto in tutti questi anni: io La conosco ormai da 15 anni e non avrei potuto desiderare una guida spirituale migliore per la nostra comunità.

SERGIO MANUEL BINELLI