Richieste di sbattezzo a Pinzolo – Giustino – Massimeno, come mai?

di Alessandro Giacomini

Richieste di sbattezzo a Pinzolo – Giustino – Massimeno, come mai?

Sono passati già cinque anni dalla costituzione dell’unità pastorale di “Sopracqua”, a presenziare l’allora evento c’era il vescovo Lauro Tisi che è nato e risiede in tale comunità.

La pastorale unisce le parrocchie di Carisolo, Giustino, Massimeno e Pinzolo, una struttura territoriale interparrocchiale con la missione, afferma il vescovo Lauro Tisi ; “riusciranno, nel futuro, le nostre comunità a generare fede ? “

A distanza di un lustro si può affermare che il progetto è fallito, almeno stando alle richieste di sbattezzo nella zona sopraccitata.

Alcune richieste di attivazione al processo di sbattezzo sono pervenute direttamente alla scrivente, altre tramite il sito web della UAAR e altre ancora di iniziativa privata.

In comparazione ad altre zone geografiche Trentine la percentuale di sbattezzi e di attivazione alle procedure, nella pastorale di “Sopracqua” è superiore alla media, l’anomalia va ricercata nelle molteplici motivazioni che sono pervenute.

Alcuni lo fanno per mera coerenza, se non si è più cattolici, perché continuare formalmente ad esserlo, lasciando che il loro nome rientri ancora nei conteggi ufficiali della Chiesa Cattolica, con implicazioni di estremo potere sul piano politico .

Molti cattolici sono definiti tali per il semplice motivo che sono stati battezzati, ma che della stessa chiesa ignorano i principali riti e quel portone lo hanno varcato, a loro insaputa, proprio quel giorno quando sono stati battezzati, sarebbe meglio dire pedobattezzati.

Troppo spesso il clero cattolico, convinto di rivolgersi a tutta la popolazione della propria parrocchia , invade la vita altrui, benedizioni varie, inquinamento acustico delle campane, riti di passaggio della vita personale pseudo obbligatori, si crea cosi una sorta di condizionamento ambientale costringendo in modo subdolo a battezzare per non essere discriminati nel contesto della propria comunità.

Sancire ufficialmente la propria non appartenenza all’istituzione denominata «Chiesa Cattolica» è un atto politicamente rilevante in un paese come il nostro, nel quale la Chiesa amministra un enorme potere politico-economico che le permette, più o meno occultamente, di dirottare l’agenda politica italiana ogni qualvolta si tenti di legiferare su temi scomodi al Vaticano : testamento biologico, fine-vita, aborto, diritti riproduttivi, unioni civili, etc.

Sbattezzarsi significa, da questo punto di vista, mandare un segnale inequivocabile alla Chiesa Cattolica e soprattutto alla politica italiana che per l’opportunismo dei suoi rappresentanti politici ne condividono le finalità.

Proprio per quanto appena detto lo sbattezzo va inteso anche come una rivendicazione di autonomia individuale.

Autonomia anche nel senso pieno della parola: l’articolo 1269 del catechismo afferma che “il battezzato non appartiene più a se stesso“, ed è chiamato , “ad essere obbediente ai capi della chiesa“.
C’è pure un vantaggio economico: se si è battezzati e vi capita di dover lavorare all’estero, anche per un breve lasso di tempo, si finisce per essere tassati per la propria appartenenza alla chiesa cattolica.
E’ noto il caso dell’attaccante Luca Toni cattolico e battezzato , trasferitosi in Germania a Monaco di Baviera, giocò per alcuni anni nella squadra di riferimento locale, dichiarò al fisco di essere ateo, ma dovette restituire all’erario tedesco oltre 1.7 milioni di euro, quando la Vordrucke (agenzia delle entrate) rivelò il suo stato di appartenenza alla chiesa cattolica .
Si chiama Kirchensteuer una specie di decima, equivale al 9% delle imposte e viene detratta dallo stipendio ogni mese e devoluta per la sua totalità alla chiesa di appartenenza.
Questi sono solo alcuni esempi delle numerose e varie motivazioni, ma forse vale la pena riprendere la premessa iniziale, nessuno nasce cattolico si nasce figli di genitori cattolici e allora lasciamoli crescere liberi, liberi di decidere un giorno la propria appartenenza sia essa religiosa o di nessun Dio, forse è proprio questo il principale stimolo ad affrontare l’apostasia.
Con ciò si avrà una ulteriore sicurezza; l’esclusione alle esequie del proprio funerale con rito cattolico.
Mi permetto di segnalare una alternativa di mia iniziativa, come amministratore comunale e di valle, intendo proporre alla comunità quanto già avviene in alcune regioni del nord Europa, il benvenuto al mondo ad ogni nuova nascita.

Il sindaco stesso o un suo delegato comunale, con una cerimonia civile, consegna alla famiglia un vademecum dei diritti del neonato, solitamente la carta Europea dei diritti per l’infanzia.

Essa è la pietra miliare dei diritti spettanti ai bambini, dall’infanzia alla adolescenza, diritti troppo spesso negati, come quello di far parte di una determinata chiesa senza il proprio consenso.

Chissà che quel fulmine abbattutosi con estrema violenza sulla caratteristica chiesa di San Vigilio, nel cuore della sopraccitata comunità parrocchiale di “Sopracqua”, sia un monito divino ad non ostacolare le richieste di cancellazione degli effetti civili del battesimo, senza dover ricorrere, ogniqualvolta, ad attivare il garante della privacy per ottenere quanto la legge stabilisce.

INFO SBATTEZZO:

La formalità è semplice, basta scrivere una lettera al parroco della parrocchia presso la quale si è stati battezzati. Nella lettera si chiede che sia annotata la propria volontà di non far più parte della chiesa cattolica, la missiva deve essere inviata per raccomandata AR allegando la fotocopia del documento d’identità.
La volontà sarà annotata sul registro de battesimi: “che l’interessato non aderisce più alla chiesa cattolica”.
L’iter di sbattezzo è rapido e si concretizza nel giro di 15 giorni, termine di legge, entro cui le parrocchie sono tenute a rispondere con una lettera con cui confermano di aver annotato sull’atto del battesimo o sul registro dei battezzati quanto richiesto.

Nel sito UAAR è scaricabile il modulo per lo sbattezzo: www.uaar.it

Altresì direttamente alla scrivente cell. 320 9326607

Alessandro Giacomini responsabile UAAR del Trentino Alto Adige.