Soccorso Alpino. Alimonta resta: ‘Presto per lasciare’

di Elena B. Beltrami

Soccorso Alpino
Alimonta resta: “Presto per lasciare”
Rieletto il presidente uscente: “I trentenni non sono pronti”
E ai soci dice: “Prestatevi a un maggiore coinvolgimento”

Adriano Alimonta torna a guidare il Soccorso Alpino del Trentino con il consenso dei due terzi di tutti i capi sezione, nonostante in un primo momento avesse paventato l’ipotesi di farsi da parte.

Il ritornare sulle proprie decisioni dunque non è stata una incertezza sul suo indice di gradimento.

Tutt’altro – dichiara il presidente rieletto – non è stato nemmeno incoerenza, e se ho dato questa impressione mi dispiace, ma direi piuttosto la consapevolezza che non era ancora il momento di lasciare. In questi ultimi tre anni abbiamo lavorato per fare in modo che i trentenni potessero iniziare a prendere in mano gli organismi tecnici del Soccorso, per garantire continuità nei futuri passaggi di testimone. Ma i tempi per un cambio generazionale non sono ancora maturi, loro non si sentono pronti, sicuramente anche per una nostra responsabilità.

La sua visuale rispetto a quella di Gino Comelli nel rapporto con gli 800 volontari sembra avere declinazioni diverse. Lei è sempre sembrato orientato verso la creazione di una èlite di professionisti mentre Comelli alla valorizzazione del lavoro dei volontari. Le corrisponde questa etichetta?

Nel soccorso alpino non esiste il professionismo, nessuno vive di soccorso alpino, si fanno delle prestazioni e si percepiscono delle indennità. Sul fatto che serva un maggiore coinvolgimento dei soci rispetto ad oggi non c’è alcun dubbio. Diciamo che la mia visuale e quella di Gino hanno sfumature diverse. Credo che all’interno dell’organizzazione anche i soci stessi debbano dare la propria disponibilità a coinvolgersi di più, a partecipare attivamente alla vita del Soccorso, se si sta ai margini non si può pretendere di sentirsi parte di un’organizzazione importante come il Soccorso Alpino Trentino, che negli anni si è ritagliato titolarità, immagine, riconoscimenti e questo deve rappresentare una gratificazione per ciascun socio.

Quale è stata la conquista più significativa introdotta dalla sua presidenza?

Prima di questo triennio lavoravamo con attrezzatura propria – riferisce – mentre ora possiamo vantare la distribuzione di una dotazione di materiali di sicurezza. Era un traguardo che inseguivamo da tempo, un aspetto che potrebbe sembrare secondario, ma per chi opera come noi, sempre in condizioni di emergenza, è assai rilevante.

Gino Comelli è considerato il suo maestro, una colonna del Soccorso e se lo è trovato come candidato antagonista, come ha vissuto questo frangente?

Dal puno di vista emotivo è stato un momento difficile, abbiamo entrambi lavorato tanto nel Soccorso, è praticamente la nostra vita ed io ho imparato tanto da Gino, ma l’emotività quando si tratta di una responsabilità nei confronti della vita delle persone non deve cindizionare la razionalità delle scelte. Fatte le dovute considerazioni ho compreso che non era ancora arrivato il momento di prendermi del tempo per me

Rapido nelle decisioni, diretto nell’esprimere ciò che pensa, nel momento in cui si sente di doverlo fare, Alimonta non è certo uomo di mediazioni, o tentennamenti. E forse è proprio la schiettezza, l’intransigenza, la determinazione, sia all’interno, nei rapporti tra i soci, che con gli enti, con i quali il Soccorso si confronta quotidianamente, che ispirano fiducia e sicurezza.

Adriano Alimonta, a sinistra, in un abbraccio distensivo con il suo sfidante Gino Comelli al termine dell’assemblea

di Elena Baiguera Beltrami – Quotidiano Trentino