Straordinari personaggi ospiti in Val Rendena

di Elio Caola

Straordinari personaggi ospiti in Val Rendena

La Val Rendena, da sempre, ha ospitato persone di grande rinomanza del mondo religioso, politico, scientifico e letterario.

Fra le motivazioni che hanno influito sulla loro scelta di trascorrere le vacanze estive in Val Rendena prevalsero certamente la singolarità paesaggistica e il pregio naturalistico-ambientale del territorio, ora riconosciuto degno di essere classificato a parco naturale.

Nel 404 d.C. il vescovo di Trento Vigilio venne in Rendena per convertire alla fede cristiana il popolo pagano che adorava Saturno. A Spiazzo cercò di abbattere la statua del dio pagano, suscitando le ire dei valligiani che lo lapidarono mortalmente. Ora in Rendena il martire Vigilio è il santo più venerato.

Diversa e vacanziera è la storia del Principe Vescovo di Trento Carlo Madruzzo, che durante le estati dal 1649 fino al 1653 soggiornò all’eremo dei Laghi di San Giuliano.

La pubblicazione nell’anno 1774 della Carta topografica “Atlas Tyrolensis” promosse la conoscenza delle straordinarie peculiarità ambientali e paesaggistiche del territorio rendenese, dando avvio al turismo alpino che per la Rendena, nella seconda metà del 1900, divenne il settore economico prevalente, tale da interrompere il secolare fenomeno dell’emigrazione.

Il personaggio che rese internazionalmente nota Madonna di Campiglio fu Francesco Giuseppe, Imperatore d’Austria e Re di Ungheria. Nel 1894 passò l’estate al Gran Hotel Oesterreicher di Campiglio insieme alla moglie Sissi che vi tornò, da sola, nel 1889.

Sempre a Campiglio nel 1937 soggiornò il Re del Belgio, Alberto I, appassionato alpinista e rocciatore.

Furono tre i Presidenti della Repubblica Italiana che hanno onorato la Rendena con la loro pur breve presenza:

– nel 1953 Luigi Einaudi a Madonna di Campiglio

– nel 1963 Antonio Segni a Pinzolo

– nel 1984 Sandro Pertini che – insieme a Papa Giovanni Paolo II – salì al rifugio Le Lobbie per onorare i caduti dell’Adamello durante la prima guerra mondiale.

Nel 1988 Papa Giovanni II vi ritornò per benedire la nuova croce sulla cima Cresta Croce. Nell’occasione si esibì da buon sciatore.

Nel 1964 Ezra Pound, il poeta americano di fama internazionale, soggiornò alla Vetreria di Carisolo, la fabbrica di cristalli avviata dal padre di Nepomuceno Bolognini, l’avvocato pinzolese, colonnello garibaldino, che nel 1872 fondò la società alpinistica SAT.

Alla Vetreria trascorre annualmente le sue vacanze Annibale Salsa, già Presidente del CAI, professore di antropologia e di filosofia all’Università di Genova, membro di numerose Commissioni scientifiche e Presidente del Gruppo Internazionale “Popolazioni e cultura” della Convenzione delle Alpi. Il paese di Carisolo l’ha nominato Cittadino Onorario.

Nel 1970 a Pinzolo trascorse l’estate il fisico nucleare Edoardo Amaldi che fece parte del Gruppo Ragazzi di via Panisperna diretto dal fisico Enrico Fermi.

A suo nome è stato dedicato un asteroide ed un veicolo spaziale dell’Agenzia Spaziale Europea.

Nel 2001 il Dalai Lama, capo supremo dei buddisti, sovrano temporaneo del Tibet costretto in esilio dalla Cina, venne a Pinzolo per ricevere il premio speciale del Soccorso Alpino.

 

Ricordate le straordinarie persone che hanno onorato con la loro presenza la Val Rendena, piace testimoniare, nel dialetto locale, un aneddoto curioso che riguarda il soggiorno in una villa privata a Madonna di Campiglio del Presidente Einaudi.

In quei giorni di agosto del 1953 a Campiglio il clima era freddo, tanto da richiedere l’installazione di una stufa a olle nella sala dalle grandi finestre che si affacciavano sul Gruppo di Brenta. Il lavoro venne affidato a Dionigio Caola “Bungiurnél“ di Pinzolo, in quanto “Fumista patentato”, come si vede ancora pubblicizzato sulle pareti che fanno angolo alla casa dei Dobi.

Ogni mattina il Dionigio si recava a Campiglio con la corriera e tornava a casa alla sera, non prima di passare all’osteria per bersi il solito quartino di vino. Noi, curiosi di sapere come il Presidente passava la giornata e cosa avesse detto, lo aspettavamo all’osteria.

Alora Dionigiu, cumi ela nada ‘ncò cul Presidente? Cumi él? Fal sudiziun? Ti parlal?”

“Ma sé, qualchi bota  varguta al mi dis. L’é nom alla bona, piciul cumi mè e lé anca n poc sgherlu.

Staduman al ma dit: <Buon uomo che tempo farà oggi?> Alora mé ho lagà lì da far su al furnél, ho mitù al co fo dal finistrun, ho vist ca sora al lac di Vacarsa li nuguli li vigniva n su e cumi disum nuaftri, senza malizia, go dit:

<Tira aria italiana, brutto tempo signor Presidente>”.  

“E òl cu al dit?”

“Niguta, l’ha apena fat n grignot”.