Fillea Cgil sul caso di Campiglio e Tre Ville: «Fenomeni diffusi. Sui cantieri ci credono ispettori e parte il fuggi fuggi»

Fillea Cgil sul caso di Campiglio e Tre Ville: «Fenomeni diffusi. Sui cantieri ci credono ispettori e parte il fuggi fuggi»

Tuteliamo i lavoratori e le aziende sane e corrette istituendo il rappresentante per la sicurezza territoriale

Con riferimento alla notizia diffusa in queste ore, relativa agli interventi dei Carabinieri che in cantieri a Campiglio e Tre Ville hanno scoperto lavoratori in nero, la Fillea Cgil col segretario generale Giampaolo Mastrogiuseppe e il responsabile per le Giudicarie Venko Trpeski, sottolineano che l’episodio si inserisce in un contesto generale ricco di casi di dubbia regolarità.

Fillea continua a segnalare tutti gli episodi che riscontra, nello svolgimento dell’attività quotidiana di visite ai lavoratori edili e in prossimità dei cantieri. «Quando ci approcciamo a questi lavoratori, anche noi indossiamo i “dpi” previsti dalle normative (anche se non entriamo fisicamente nel cantiere senza permesso) e, spesso, veniamo scambiati per servizi ispettivi. Ecco allora che assistiamo al dileguarsi di lavoratori, che scendono in tutta fretta dai ponteggi. Purtroppo, in quei casi, riscontriamo anche tanta omertà da parte di chi resta, spesso dovuta al timore di perdere il proprio lavoro. Anche questi sono effetti perversi della rincorsa al subappalto e allo sfruttamento della manodopera.

Gli appelli che lanciamo costantemente sono finalizzati alla sicurezza sui luoghi di lavoro poiché molte persone non hanno alcun tipo di formazione, ma i destinatari sono proprio i datori di lavoro che sottovalutano anche le conseguenze a loro carico. Il fenomeno del lavoro irregolare è sempre più presente anche in Provincia e a farne le spese sono, oltre ai lavoratori, anche le aziende sane, che subiscono concorrenza sleale ma che per fortuna restano la stragrande maggioranza.

Vorremmo anche essere ascoltati senza pregiudizi dalle associazioni datoriali quando chiediamo l’istituzione del “rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale” (Rlst) nel settore edile in Trentino, visto che i servizi ispettivi – comprese le forze dell’ordine – che svolgono un servizio egregio, sono purtroppo insufficienti ad arginare il fenomeno. L’Rlst, oltre a coadiuvare nell’attività di prevenzione sui luoghi di lavoro al fine di tutelare la salute e sicurezza dei lavoratori, renderebbe un servizio proprio a quelle imprese sane e oneste di cui parlavamo prima».